Fusione
personale di Fabio Basso

31 maggio - 23 giugno 2019
Inaugurazione venerdì 31 maggio ore 19:30
da mercoledì a venerdì 10.30 - 12.30 e 15.30 - 19.30
sabato e domenica 10.00 - 13.00 e 15.00 - 20.00

Ed ecco allora la luce nuova dei quadri, ecco alberi curviformi tesi tra terra e cielo, acque e tappeti di erbe e neve, colti nel loro progressivo trasformarsi luminoso, o per il sopraggiungere delle stagioni; ecco il contrasto tra le parti affollate di figure vegetali e spazi aperti e di silenzio, come in musica il rapporto tra pause e note; ecco la natura farsi ritmo, plurivocità armonica nelle foglie, negli steli, nelle cortecce, nelle ondulazioni fitte dei dettagli:

Fabio lo ritrovate nel gesto fitto delle pennellate, che egli sente come la possibilità di unire suoni, versi e immagini nell'atto creatore del pennello che corre sulla tela. I colori, originali e sempre giocati con sapiente scelta, minimale a tratti nei contrasti, vivono in un acrilico, che spesso riesce a farsi persino materico, senza per questo perdere la capacità del disegno, dell'espressione e della luce, che la sua scelta tecnica consente. I sapienti riflessi viola, lilla, sanguigni e comunque virati nelle cromie, dimostrano ancora la volontà di interpretare più che di rappresentare; la luce più che semplicemente illuminare gli oggetti li crea. Il correre fitto dei dettagli, il reticolo di vibrazioni negli scenari, possiede il gusto orientalista dell'autore, liberamente fuso con la suggestione delle sonate di Bach e con le note a grappoli di un ipotetico clavicembalo.

Nella terra del Giorgione, nel Veneto del colorismo e del tonalismo, del paesaggio come musica e poesia, che riempie sensi ed anima, la radice non si è persa nemmeno nell'arte contemporanea ed una tradizione irripetibile ed unica ha comunque lasciato traccia anche negli interpreti attuali. Una traccia che è spontanea, che non è volutamente cercata, ma liberamente si riproduce, forse ingenerata dallo scenario stesso della natura amata. La lezione che vorrebbe esserci nei quadri di Fabio Basso è quella di cercare ancora le corrispondenze tra il proprio linguaggio interiore e quello di comunione della natura, andando tuttavia al di là di quel che crediamo di noi e delle cose intorno a noi: l'uomo può ancora salvare se stesso, se non resta sordo e muto di fronte alle suggestioni che gli esseri vitali sanno suggerire; è un messaggio che non cessa di ricordare che abbiamo ancora da ritrovarci e che possiamo comunque ancora fermare la dissoluzione del nostro essere identitario, la sua falsificazione, attraverso il riconoscimento delle nostre verità sentimentali e delle autentiche sorgenti della vita.

Vittorio Caracuta

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